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domenica 21 maggio 2017

La boxe ricorda Giovanni Parisi


LA BOXE È MUSICA
“Noi avevamo un pugile di Pisa che si chiamava Dario Cichello, amico di Andrea Bocelli. Il cantante assisteva sempre ai suoi incontri insieme ai figli, alla compagna e al suocero. Ascoltava i movimenti, i tocchi, le schivate, le pause e collegava ogni suono alla descrizione di cosa stava accadendo sul ring quando il rumore del pubblico sovrastava. Udiva la boxe.”

Parlandi di Giovanni Parisi... 
“Giovanni Parisi aveva personalità, carisma e tecnica. Grazie a lui ho imparato
ad apprezzare le tappe di avvicinamento a un match importante. L’emozione vera non è solo nell’atto finale ma soprattutto nel percorso, lungo la strada che porta alla meta. Il pugilato è impegno, sacrificio, umiltà, voglia di imparare, costanza e passione. Sono i valori apprezzati da chi frequenta i corsi di pugilistica. Per divertirsi e stare in forma la gente cerca un’alternativa alle gelide macchine da palestra. Corsa, piegamenti, corda, esercizi a corpo libero sotto la supervisione di un allenatore creano gruppo, una forza in grado di stimolarci all’allenamento più duro anche nei giorni in cui ci sembra di non averne voglia.”

“Oltre a un allenamento a 360°, c’è la parte tecnica. Si impara a tirare i pugni, c’è lo sfogo con il sacco, la peretta e lo sparring dove si colpiscono i guantoni dei compagni senza contatto fisico. Durante la lezione di pugilistica si crea una situazione particolare in cui si esprime qualcosa che nella vita quotidiana fa fatica a uscire. Il pugilato aiuta a ritrovare sicurezza soprattutto quando a guidarti c’è chi ha conosciuto a fondo la paura del ring. Non si tratta della paura del dolore fisico ma di qualcosa che sta nel nostro profondo. Un pugile teme l’imprevisto, ha il dubbio di non farcela, pensa di non essere all’altezza della situazione. Una situazione mentale e psicologica che è fondamentale sapere affrontare e trasformare in energia positiva. Per questo nelle palestre come la mia gli allenatori sono dei professionisti che conoscono bene il ring. Oltre a mio zio Franco Cherchi che ha allenato numerosi campioni d’Europa e del Mondo c’è Antonio Moscatiello che il 5 dicembre 2014 difenderà il titolo italiano pesi welter contro Riccardo Pintaudi, un pugile della URSUS un’altra importante palestra di Milano.”

Il successo delle palestre di pugilato è un fenomeno straordinario ma deprimente se visto nell’ottica del vero pugile. La tristezza è quando non si conosce il pugilato professionistico. Non ho mai pensato di diventare proprietario di una palestra e se l’ho fatto, insieme ai miei soci, è per dare luce al pugilato. Su cento persone che si iscrivono a corsi di pugilistica 89 non conoscono nemmeno un pugile professionista e solo il 5% è un vero appassionato di boxe. L’immedesimazione per capire cos’è la paura, la fatica e il dolore è fondamentale. Tutti gli sport sono sacrifico, però la fatica che sopporta un pugile è unica. Ore di allenamento e una cura ossessiva dell’alimentazione fanno capire bene la differenza tra chi può mangiare le arance e chi è costretto solo a succhiarle.
QUALI SONO I FILM PIù BELLI CHE PARLANO DI BOXE? 
“Sono convinto che l’immaginario abbia una parte fondamentale nel successo del pugilato amatoriale. Il ring è un luogo di grande ispirazione e il cinema ha raccontato grandissime storie di boxe. Molte di queste si sono ispirate a grandi personalità come Rocky Marciano, Jack La Motta, George Foreman, Carlos Monzòn Muhammad Alì, Larry Holmes, Sugar Ray Leonard, Mike Tyson e tanti altri.
Ricordo film come “Lassù qualcuno mi ama” con Paul Newman, i 6 film di “Rocky Balboa”, “Mr. T”, “Cinderella Man” con Russel Crow nel ruolo del pugile irlandese James Braddock e le divertenti interpretazioni di Charlie Chaplin. Tra tutti il film che mi sta più a cuore è Rocco e i suoi fratelli diretto nel 1960 da Luchino Visconti che utilizzò come location il ring del cinema teatro Principe. Un riferimento della boxe di Milano tra il 1940 e il 1961 che avrò l’onore di riaprire proprio in occasione dell’incontro per il titolo italiano tra Antonio Moscatiello e Riccardo Pintaudi.”
E DUNQUE.. 
“Tutto parte dalla posizione, dai piedi e dalle gambe. È una questione di armonia tra gambe, bacino e braccia. Il movimento di rotazione del corpo non coinvolge solo le spalle e la cosa difficile è sapersi coordinare. Dalla posizione di guardia si parte e si ritorna, è l’inizio e la fine del movimento per tirare un pugno. La potenza del colpo è frutto di una danza che si prepara in allenamento ballando attorno al sacco e girandogli attorno dentro e fuori imparando a schivare. Il pugno è l’ultima cosa, l’importante è stare in piedi, muoversi e sentirsi vivere.”

venerdì 14 aprile 2017

Juan Jesus - Una partita bella da vedere

"Il progetto della Juventus offre continuità, a differenza di quello dell'Inter". A pronunciare queste parole è stato l'ex difensore nerazzurro, Juan Jesus, ora alla Roma.




 Il brasiliano ha raccontato la sua esperienza ai microfoni di Sky: "La vittoria contro il Barcellona? La forza e la solidità della Juve parte da un progetto che offre continuità: gente come Bonucci, Barzagli, Chiellini, Buffon e Marchisio sono lì da anni, c'è la solidità del gruppo. All'Inter hanno cambiato 50 giocatori in 5 anni, è duro fare una squadra senza un progetto e la continuità". Continuità che invece a trovato alla Roma"Qui ci sono De Rossi, Florenzi, Nainggolan e Strootman - ha raccontato Jesus - sono qui da tanto e sono giocatori importanti". Sulla sfida ai bianconeri per il titolo: "Conosciamo la loro qualità, li ho sempre visiti vincere, sono delle macchine e anche ieri lo hanno dimostrato col Barcellona. La Champions? Certo, al Camp Nou non sarà facile - conclude Jaun Jesus - ma la Juve non è il Psg, sarà una partita bella da vedere".

domenica 5 febbraio 2017

Mauro Icardi non giocherà contro il Bayern Monaco




    Era già nell’aria in questi giorni e ora è arrivata la conferma: 
Mauro Icardi non giocherà il match di questa sera contro 
il Bayern Monaco,  valido per l’International Champions Cup.

L’Inter fa sapere che il bomber argentino non sarà della partita 
ufficialmente a causa dello scontro avuto con D’Ambrosio 
qualche tempo fa e che gli ha procurato un problema alla 
spalla,  con Mancini dunque intenzionato a non 
rischiarlo.

Con questa assenza salgono a tre le gare consecutive 
saltate da Icardi, dopo le sfide contro PSG ed 
Estudiantes.  In attacco, dunque, spazio ancora una volta
 alla coppia Palacio-Jovetic. 

martedì 17 gennaio 2017

L'Alessandria calcio

  

A sette giorni dalla ripresa del campionato, l’Alessandria batte in amichevole 3-1 il Lumezzane, formazione attualmente al quindicesimo posto del Girone B di Lega Pro. A differenza del test infrasettimanale disputato contro il Chieri, mister Braglia ha dato minutaggio a tutti i membri della rosa, a partire da chi non era sceso in campo nella scorsa amichevole. Tra questi anche il nuovo acquisto Luca Piana, dal primo minuto alla destra di Piccolo e autore di una buona partita sia in fase difensiva che in fase offensiva. Atteso anche il ritorno in campo di Alessio Sestu, che al 65^ ha preso il posto di Iocolano andandosi a sistemare sulla fascia sinistra. Suo il cross dal quale è scaturito il gol del 3-1 di Fischnaller. Nonostante qualche passaggio a vuoto dopo il fortunoso gol del pareggio ospite, con alcuni errori in fase di impostazione, l’Alessandria ha disputato una buona gara, mettendo più volte in pratica la costante richiesta da parte di Braglia di velocità in fase di possesso e attenzione a non concedere falli ingenui in quella di non possesso.
L’Alessandria parte con il piglio giusto e all’8^ il risultato si sblocca: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Tagliani tocca di mano e dal dischetto Gonzalez spiazza Pasotti. I grigi continuano a creare gioco, ma al 21^ il Lumezzane trova fortunosamente il gol del pari, direttamene dalla bandierina, con Varas. La rete degli ospiti condiziona la manovra grigia, che perde velocità per alcuni errori di impostazione che fanno imbestialire Braglia. Dopo due buone parate di Vannucchi, l’Alessandria torna in vantaggio: Bocalon recupera palla e serve Gonzalez, che vede e premia l’inserimento centrale di Nicco. Il centrocampista controlla e dal limite di destro batte Pasotti.
Nella ripresa mister De Paola opera subito cinque sostituzioni, buttando nella mischia alcuni titolari, ma è l’Alessandria a rendersi pericolosa con Iocolano e Manfrin. Al 65^ girandola di cambi anche per l’Alessandria: escono Piana, Nicco, Marconi e Iocolano per far posto a Sosa, Branca, Marconi e Sestu, che tra gli applausi dei tifosi si posiziona sulla fascia sinistra. Dopo una grande parata di Vannucchi, che ipnotizza Speziale  nell’uno contro uno, l’Alessandria completa le sostituzioni, con il solo Marras in campo per tutti i 90^.  E’ proprio uno degli ultimi entrati, Fischnaller, a segnare il 3-1 definitivo: l’altoatesino stoppa di petto un cross di Sestu e al volo batte l’estremo difensore ospite.
Erano quasi tre mesi che non giocavo, a causa di un infortunio, ora però sto bene e spero di poter dare una mano” ha detto l’ultimo arrivato Luca Piana in sala stampa “ho subito capito la mentalità vincente della squadra, per me è una opportunità importante e cercherò di sfruttarla al massimo. Non mi aspettavo la chiamata dell’Alessandria ma ho sempre creduto di poter aspirare a qualcosa di più. Le mie caratteristiche? Ho giocato soprattutto nella difesa a quattro, come difensore centrale destro ma negli anni ho provato anche la difesa a tre, sono pronto ad adattarmi.”
Un test che ha dato importanti conferme e spunti su cui lavorare in vista di domenica 22 gennaio alle 14.30, quando i grigi ospiteranno la Lucchese per la 22^ giornata di Lega Pro.

sabato 26 novembre 2016

Fidel Castro e lo sport

Lo sport “diritto del popolo” è stata una delle chiavi della vita politica di Fidel Castro: un argomento, un settore cruciale sul quale sono stati scritti anche vari libri, come il più diffuso “Fidel e lo sport”. Del resto, il popolo cubano che dal 1959 ha lottato contro il colosso americano (che ha sempre stritolato l’economia dell’isola caraibica attraverso l’embargo scattato dopo la Rivoluzione) non poteva che trasformarsi in un popolo di lottatori. “È morto Fidel? La domanda è valida, ma non abbiamo la risposta”. Negli ultimi anni le voci si sono rincorse tante volte, ma Fidel appariva sempre, soprattutto in quelle “Riflessioni” che scriveva settimanalmente su “Granma”.


SPIRITO RIBELLE — Non è nato politico ma ha avuto un “carattere ribelle” fin da piccolo. Così si descriveva nella sua autobiografia dove confessava anche di essere stato più bravo in matematica che in grammatica e poi la sua passione per le armi, che imparò a usare fin da giovane. In “La vittoria strategica”, Castro scrisse: “Non sono nato politico, anche se da piccolo ho visto dei fatti che, scolpiti nella mia memoria, mi hanno aiutato a capire le realtà di questo mondo”. Raccontava anche la fame che aveva patito: ”Ho conosciuto la fame credendo che fosse appetito” nell’abitazione di una maestra dove era stato mandato all’età di 6 anni, a Santiago de Cuba. A 8 “mi sono ribellato in maniera cosciente per la prima volta in vita mia”. Come? Decise di non mangiare perché era stato portato nell’internato della scuola cattolica La Salle, dove a 11 anni picchiò uno dei sacerdoti. Quando finì il liceo a 18 anni, era “sportivo, alpinista, appassionato di armi e buon studente”, scriveva. ”Nonostante le mie origini (borghesi), avevo un concetto marxista-leninista della nostra società”. Fidel affermava poi che “ero più bravo in matematica che in grammatica” e che decise di studiare Legge perché “discutevo molto”. In quella facoltà visse esperienze che gli sarebbero servite per il resto della sua vita, a causa del “carattere ribelle” ha ”fatto fronte al potente gruppo che controllava l’università” pistola alla mano.
TELESPETTATORE OLIMPICO — Sino ai Giochi di Rio, Fidel ha sempre vissuto in diretta le vicende sportive dell’isola, soffrendo terribilmente per le fughe dei suoi campioni, per la diaspora nel baseball, per quelle squadre-modello (come nella pallavolo) che prima dominavano e adesso faticosamente partecipano ai grandi eventi. La boxe, ai Giochi 2016, non lo ha tradito, ma Cuba è ugualmente rimasta lontana dal quinto posto assoluto nel medagliere colto a Barcellona 1992. ”Non perdo una gara olimpica in televisione, dai pesi al taekwondo, dal ciclismo al volley, tutto lo sport mi piace. Anzi, è nello sport che avrei dovuto dare il meglio di me, non in politica...”, diceva con la solita verve e oratoria straordinaria il Comandante Fidel, che seguiva gli eventi soprattutto attraverso il figlio prediletto Tony, per anni medico della nazionale di baseball.

sabato 22 ottobre 2016

Una vera passione

Porsche Italia ha annunciato l’arrivo di Valentina Albanese, in qualità di responsabile del reparto Motorsport. Pilota dal 1996 e avvocato dal 2003, Albanese è molto apprezzata nel settore dell’automotive, grazie anche alla pluriennale esperienza nell’organizzazione di eventi sportivi. Ha inoltre vinto tre campionati: nel 2008, conquistando il titolo della Fun Cup Italia, nel 2009 con l’Italiano Turismo Diesel e lo scorso anno con la vittoria dell’Italiano Turismo assoluto al volante della Seat Leon Racer.
Una grande passione. Da ormai tanti anni, Valentina divide il suo tempo tra due grandi passioni: la legge e la pista. Nel 2010 e nel 2015, è stata premiata da Autosprint con il “Casco d’Oro” come miglior pilota donna. Seppur la professione dell’avvocato e quella del pilota siano agli antipodi, per Valentina le sensazioni si assomigliano: “Quando torno a casa dopo aver vinto una gara e quando torno dal tribunale dopo aver vinto un caso provo una sensazione molto simile”.
Un ruolo inedito. Valentina Albanese assume il ruolo di responsabile Motorsport di Porsche Italia, subentrando al posto di Marta Gasparin, che ha intrapreso una nuova avventura professionale. Per Valentina, il debutto in questo nuovo incarico è imminente: il primo appuntamento, infatti, è fissato per l’Aci Racing weekend, che si terrà a Vallelunga il 10 e 11 settembre.  D.R.

venerdì 2 settembre 2016

La teoria di Inzaghi

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Domenica, all'ombra della Mole Antonelliana, la Lazio affronterà il Torino. Con una squadra dimezzata, l'allenatore dei biancocelesti spera lo stesso di poter battere i granata, reduci dal successo sul Palermo

"Tra me e Sinisa? Vinca il migliore" - Sotto la Mole i biancocelesti sono chiamati ad archiviare il pareggio interno con il Bologna, in una gara in cui i due allenatori si contendono la permanenza al terzo posto in classifica: "Il Torino è un team ben allenato dal mio amico Sinisa. Un allenatore molto preparato che dà un’identità alle squadre. Avevamo un ottimo rapporto da compagni di squadra, domani ci affronteremo in panchina, poi vinca il migliore. Il Torino sta benissimo, ma noi non regaleremo nulla", tiene a precisare Inzaghi, che nonostante mezza squadra ferma ai box dice di non accontentarsi del pareggio: "No, la squadra deve andare in campo sempre per vincere, al di là degli infortuni", chiarisce. Nessun dubbio sulla scelta degli uomini da mandare in campo, con Wallace chiamato ad affiancare Hoedt in difesa: "Sono giovani e sono soddisfatto, anche se de Vrij può mancare".

Cabina di regia - Il dubbio principale riguarda l'incarico di regista al posto del lungodegente Biglia: Cataldi o Parolo? "Domani mattina prenderò la decisione. Ieri abbiamo provato Cataldi, oggi Parolo. Non cambia molto, hanno caratteristiche diverse, però possono fare entrambi il play o la mezzala", precisa l'allenatore. In attacco, largo al tridente Anderson-Immobile-Keita a far da contraltare al trio Iago-Belotti-Ljajic: "Sono due ottimi tridenti - chiosa Inzaghi -, ma io mi tengo il mio. Troveremo uno stadio pieno. Sarà bello giocarci...".